C’erano anche esponenti di Potere al popolo alla manifestazione del 21 febbraio a Roma, indetta da DEMA per protestare contro l’impossibile pagamento di debiti contratti decenni fa per alimentare le ruberie sulla ricostruzione post-sisma e sui rifiuti. C’erano – a dire il vero – anche esponenti di Liberi e Uguali ma nessuno dei Cinque Stelle. Sembrava, comunque, che quella manifestazione avesse sortito un qualche risultato con il ritiro del pignoramento della Cassa del Comune; ma, proprio ieri, passate le elezioni, arriva la mazzata dalla Corte dei Conti che condanna il Comune ad un pagamento davvero mostruoso (si veda a riguardo questo ottimo articolo) e che significherà, tra l’altro, oltre alla fine di buona parte dei servizi erogati dal Comune, anche mettere in forse gli stipendi dei dipendenti comunali.
E ora che si fa? Certo, mettiamo su una qualche manifestazione di protesta, ma sarebbe davvero suicida non chiedere ai Cinque Stelle (54 parlamentari solo in Campania) di essere, almeno, la sponda parlamentare delle proteste. O vogliamo continuare a salmodiare contro i “grillini” accusandoli di “razzismo” e “fascismo”; o, ancora peggio, perpetuare l’illusione che, in fondo, “per Potere il popolo, il risultato del 4 marzo non è stato poi così male”.
Francesco Santoianni